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Il rinvio di The Last of Us: Part II, Pitchford colpisce ancora e il caso di Mount and Blade II: Bannerlords - News della Settimana Videoludica #1

The Last of Us: Part II rinviato, Fallout 76 arriva su Steam con la nuova espansione, il successo di Mount and Blade II: Bannerlords in Early Access e Gearbox non paga i bonus allo staff di Borderlands 3. Questo ed altro nelle news di questa settimana.

The Last of Us: Part II rinviato e leakato.

The Last of Us: Part II è sicuramente uno dei videogiochi più attesi dell’anno e quest’attesa purtroppo si allungherà. Il gioco infatti è stato rinviato a data da destinarsi a causa della pandemia globale del Covid-19.

Sony in un tweet sul profilo Twitter ufficiale ha giustificato la cosa da un punto di vista logistico, dicendo che la crisi globale impedisce di offrire l’esperienza al lancio che i giocatori meritano.

Multiple fonti all’interno di Naughty Dog hanno riportato a Kotaku che TLOUII era praticamente pronto per l’uscita e la principale motivazione per il rinvio riguarda la produzione e la commercializzazione delle copie fisiche del gioco (stampa delle copie fisiche, spedizione e vendita) ed il ritardo durerà fin quando Sony non ritiene un lancio sul mercato fisico ottimale. Questa attesa, secondo me, durerà ancora a lungo, poichè (soprattutto negli Stati Uniti) si è ancora nella fase di crescita rapida del numero di casi di Covid-19 e c’è sempre la possibilità di una seconda ondata di contagi.

Questo problema non c’era ancora durante l’uscita per esempio di Animal Crossing e Doom Eternal, poichè molti rivenditori esterni, come Gamestop, sono rimasti ancora aperti abbastanza a lungo da beneficiarne.

Negli Stati Uniti poi la percentuale di vendite fisiche ripetto al digitale è ancora abbastanza elevata, poichè molte persone soffrono il digital divide, soprattutto quelle fuori dalle principali città e anche per limitazioni alla banda disponibile. Jason Schreier inoltre riporta che, anche lavorando da remoto, il crunch rimane comunque all’interno della filosofia di Naughty Dog e va a colpire soprattutto la parte di QA (Quality Assurance), ossia coloro che si occupano di testare il prodotto e segnalare tutti i bug possibili al team di sviluppo. Speriamo che questo ritardo possa aiutare questi lavoratori ad avere un carico inferiore ed un lavoro più gestibile.

Inoltre, due filmati riguardanti una dev build del gioco sono stati pubblicati su YouTube da tale Covid19. Benché le immagini non risultino completamente nuove, i dialoghi che accompagnano le immagini svelano un momento inedito del rapporto tra la protagonista Ellie e Dina. Dalle loro parole si coglie infatti l’intimità tra le due ragazze mentre il resto del filmato mostra un livello di sviluppo più avanzato di quanto visto in precedenza, con una migliore rappresentazione della neve e in generale del contesto. La seconda clip mostra invece la protagonista Ellie alle prese con la propria chitarra. Sembra che si possano alternare i tasti e il touchpad per selezionare le note, con un uso intelligente della tecnologia del DualShock 4. Interessante notare come alcune sezioni dell’audio risultino sporche, segno che la build da cui sono tratte le immagini non è ancora definitiva. I due video sono stati prontamente rimossi da Sony.

Altri rinvii: MInecraft Dungeons, Wastelands 3 e Outer Worlds.

La pandemia di Covid-19 ha fatto slittare le release anche di altri videogiochi.

Minecraft Dungeons uscirà il 26 Maggio su tutte le piattaforme (PlayStation 4, Windows, Xbox One e Xbox Game Pass) e Wastelands 3 il 28 Agosto, con entrambi gli sviluppatori che additano al passaggio lavoro da remoto come la causa principale per tale slittamento. Altro titolo che doveva uscire ad Aprile era Outer Worlds su Switch, che ora uscirà il 5 Giugno, con la notizia positiva che la copia fisica sarà una vera e propria cartuccia e non solo un codice in una scatola.

Queste notizie sono sicuramente deludenti da una parte, ma la sicurezza delle persone è sicuramente da mettere al primo posto in un periodo come questo.

Fallout76 e Mount and Blade II: Bannerlord’s su Steam.

Potrebbe non essere al top dal punto di vista tecnico e grafico, ma Mount and Blade II: Bannerlord’s sta avendo un grande successo grazie alla sua release in Early Access su Steam.

Ha infatti toccato un picco di 248000 giocatori in contemporanea su Steam, restando sempre al di sopra dei 140000 e costantemente nella top 5 dei più giocati, al fianco di mostri sacri come CS:GO, Dota 2 e superando PUBG e GTA V. Inoltre al lancio ha avuto 242000 spettatori su Twitch, segno che il gioco era molto atteso ed è molto solido, vedendo come continua a mantenere ed aumentare il numero di persone giocanti giorno dopo giorno.

Atteso la prossima settimana poi è l’arrivo di Fallout 76 su Steam assieme alla sua espansione Wastelanders, che promette di portare il gioco ai fasti dei suoi predecessori. Chiunque abbia acquistato o acquisti il gioco su Bethesda.net prima del 13 Aprile avrà accesso alla versione Steam gratuitamente (linkando i due account, ovviamente). I giocatori di console dovranno acquistare il gioco separatamente ed il cross paly non sarà supportato. Inoltre, chiunque compri il gioco tra il 14 ed il 28 Aprile riceverà gratuitamente la Fallout Classic Collection, che include i primi due giochi e Fallout Tactics. Finalmente una mossa sensata da parte di Bethesda.

Borderlands 3: il tradimento di Randy Pitchford nei confronti dei suoi dipendenti.

L’eccentrico CEO di Gearbox Randy Pitchford colpisce ancora.

Nonostante le vendite ottime da parte di Borderlands 3 per svariate decine di milioni di dollari e ripetute rassicurazioni da parte del management, lo staff di Gearbox non riceverà i bonus promessi dall’azienda e se al personale non dovesse piacere questa politica, Randy Pitchford dice che se ne possono pure andare.

Borderlands 3 è uscito lo scorso anno su Epic Games Store (altra polemica infinita), PlayStation4 e Xbox One e solo il 15 Marzo su Steam. Ha avuto delle vendite talmente buone da far chiamare il franchise Borderlands da Gearbox stessa “un brand da un miliardo di dollari”. Anche per questo motivo gli sviluppatori dello staff di Borderlands 3 saranno stati sicuramente sorpresi e shockati quando avranno sentito il loro CEO dire che non riceveranno i royalty bonus che gli spettavano.

Jason Schreier di Kotaku ha parlato con 6 persone anonime interne all’azienda e hanno raccontato che lo staff ha ricevuto sì dei bonus, ma sono somme molto lontane dalle decine o centinaia di migliaia di dollari che erano stati promessi dal management, in base alle previsioni di vendita e guadagno che erano state fatte in precedenza.

Quando si parla di bonus nell’industria videoludica si pensa sicuramente a cifre da svariati milioni di dollari dati a C*O oltre ai loro già lauti stipendi, ma a Gearbox la situazione è differente. La gestione degli stipendi è infatti diversa dalle altre aziende, infatti Gearbox offre ai suoi dipendenti uno stipendio sotto alla media all’interno dell’industria videoludica, ma compensano con uno schema di profit-sharing. Le royalties da tutti i giochi prodotti sono divise 60/40, con 60% che va alla compagnia e il 40% restante distribuito ai dipendenti sottoforma di bonus trimestrali.

Questo sistema viene applicato fin dalla nascita di Gearbox e ha fruttato ai dipendenti oltre 100 milioni di dollari in royalties bonus, che è un’ottima cifra. All’uscita di Borderlands 2 molti dipendenti hanno guadagnato così tanto dai bonus da permettersi di comprare una casa ed è qualcosa che Gearbox usa come perk quando assume nuovi talenti.

Da allora però, grazie ai flop di Aliens: Colonial Marines (2013) e Battleborn (2016), i bonus sono stati considerevolmente ridotti, ma quest’anno si pensava che le cose potessero cambiare in meglio grazie all’uscita e al grande successo di Borderlands 3. I dipendenti hanno rivelato che il management aveva promesso loro bonus a 6 cifre, con numeri ancora migliori per le persone con anzianità maggiore nella compagnia. Una promessa del genere sicuramente ha motivato lo staff a lavorare in crunch e ad una paga inferiore a quella media.

Per spiegare questi bonus di colpo così bassi, Randy Pitchford ha detto che Borderlands 3 è costato alla compagnia molto di più di quanto previsto, la compagnia stessa è cresciuta molto rispetto al passato (è stato aperto un nuovo studio in Canada) e che le loro previsioni di vvendita erano state esagerate, nonostante sia stato un record per il franchise e Gearbox.

Sicuramente Borderlands 3 è stato molto costoso a Gearbox, il passaggio del motore di gioco dall’Unreal Engine 3 al 4 ha comportato un rallentamento del progetto e una perdita di denaro ed inoltre per il contratto che lega Gearbox a 2K, prima che Gearbox possa ricevere royalties dal publisher, Borderlands 3 deve guadagnare non solo il budget per il gioco (circa 95 milioni di dollari), ma anche quello per i DLC, raggiungendo una cifra intorno ai 140 milioni di dollari.

Per fare un riassunto sui numeri, Borderlands 3 per diventare un successo economico per Gearbox avrebbe dovuto vendere almeno 2 milioni di copie per coprire i costi del publisher e delle piattaforme su cui è stato venduto (il famoso 12% di Epic Games Store). Ma il gioco ha venduto 5 milioni di copie al lancio ed ha continuato ad essere venduto molto bene, quindi i conti non tornano molto, puzzando molto di disonestà da parte soprattutto di Randy Pitchford e del management di Gearbox.

Arriviamo quindi alla ciliegina sulla torta. Il CEO ha inoltre detto chiaramente che se a qualcuno dello staff non sta bene la politica aziendale può anche andarsene. Questo fatto andrà sicuramente ad impattare sui bonus dei senior developer, magari spingendoli proprio ad abbandonare la compagnia. Questo porterebbe la compagnia a liberarsi di contratti più elevati e a rimpiazzarli con figure junior che hanno un costo nettamente inferiore. Politiche del genere si sono viste in passato con Blizzard svariate volte in ruoli di Community Management e E-sports. Questo però potrebbe causare anche danni pesanti allo sviluppo stesso, in quanto le nuove figure introdotte potrebbero non avere lo stesso livello di conoscenza e competenza e portare alla situazione creatasi all’interno di Naughty Dog, dove il condizioni lavorative e le aspettative di crunch erano talmente gravi che hanno portato molte figure senior ad abbandonare la compagnia, che li ha sostituiti con animatori junior provenienti da altre industrie come quella televisiva e cinematografica, poichè gli animatori all’interno dell’industria videoludica, conoscendo le condizioni lavorative, non volevano stare a quelle condizioni. Questo porterà probabilmente a conseguenze sul livello di qualità delle produzioni sul lungo periodo e tale fato potrebbe capitare anche a Gearbox.

Affermazioni del genere, soprattutto in un momento del genere a livello globale, sono state recepite molto male da parte dell’industria videoludica. Cory Barlog, direttore creativo di Santa Monica e mente dietro alla saga di God of War, ha definito questa situazione, in un tweet successivamente cancellato, “una cosa di merda da fare alle persone responsabili per ciò che produci”. Non è la prima volta poi che succedono cose strane attorno a Randy Pitchford. Nel 2016 si era preso un “Executive Bonus” da 12 milioni di dollari pagati direttamente alla “Pitchford Entertainment Media Magic, LLC”. Soldi che erano un anticipo delle royalties di Borderlands 3 e che invece di finire nel budget dello sviluppo del gioco erano finiti nelle tasche del CEO.

Il mondo del gaming si muove per la beneficienza.

Per chiudere le notizie della settimana in modo sicuramente migliore dell’ultimo segmento, molte parti dell’industria videoludica si stanno muovendo per aiutare le persone più in difficoltà durante questo periodo di pandemia.

Sony sta allestendo un fondo da 100 milioni di dollari per aiutare contro l’emergenza Covid-19 e verranno dati in supporto a medici in prima linea, bambini ed educatori.

Rockstar ha annunciato che il 5% del ricavato proveniente dalle microtransazioni di GTA Online e Red Dead Online andrà a supporto di fondazioni nella lotta contro questa pandemia.

Humble Bundle (che da sempre offre gran parte del suo fatturato ad associazioni di beneficienza) ha organizzato un bundle da 28 euro chiamato Conquer COVID-19, in cui sono presenti giochi del calibro di Undertale, Hollow Knight, The Witness, SuperHot, Darksiders 1 e2, SNiper Elite 3, Europa Universalis 4 e molti altri. Tale bundle ha già raggiunto e superato gli oltre 4 milioni di euro di vendite e sicuramente aiuterà molte vite.

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